lunedì 30 settembre 2013

" U morzeddhu cu a pitta"







" U morzeddhu cu a pitta" è uno dei piatti tradizionali  calabresi più conosciuti e apprezzati. Come già spiegato in un post precedente a Soverato si prepara in occasione della festa padronale, anche se non manca sulla nostra tavola negli altri periodi dell'anno.
E' un piatto povero, originario della città di Catanzaro, che viene preparato con trippa e frattaglie bovine e che un tempo costituiva la colazione mattutina degli operai. Probabilmente è proprio da questa abitudine che deriva il suo nome: "morzello" deriva infatti dallo spagnolo "almuerzo" ( pasto di metà mattina ). Ma data l'abitudine di mangiarlo a morsi potrebbe anche derivare dal latino "morsus".
C'è comunque una differenza  negli ingredienti tra le due città: a Catanzaro si prepara con la trippa ( rumine, omaso,  abomaso e reticolo ) e le interiora ( fegato, polmone, milza e pancia ); a Soverato usiamo soltanto la trippa.
La ricetta originale prevede l'uso della trippa pulita e non sbiancata, per intenderci quella "grigia", che in macelleria oggi troviamo già precotta. L'importante è che sia variegata il più possibile.
Ingredienti
1 kg di trippa
1 l di salsa di pomodoro
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
1 cipolla
un rametto di origano
foglie di alloro
peperoncino piccante
sale qb
olio d'oliva
una pitta
Preparazione
Lavate la trippa, sbollentatela per circa 30 minuti in acqua salata, sgocciolatela e una volta fredda tagliatela a striscioline. Versatela in un ampio tegame e fatela soffriggere con abbondante olio,  foglie d'alloro, origano,  peperoncino e la cipolla tagliata sottilmente. Fate rosolare per 10-15 minuti e poi unite la salsa di pomodoro, un mestolo d'acqua calda e il sale.Fate cuocere prima a fiamma vivace e poi continuate la cottura abbassando il fuoco. Quasi alla fine della cottura ( circa 2 ore) aggiungete il concentrato,  se necessario aggiungete altra acqua calda. Alla fine il sughetto deve essere abbastanza liquido e di un bel rosso vivo. Spento il fuoco aggiungete ancora dell'origano e del peperoncino.
A questo punto potete mangiare "u morzeddhu" nel piatto, ma per gustarlo meglio vi consiglio di mangiarlo nella pitta, ovviamente a morsi e senza l'aiuto di posate.






Ricordate che il "morzeddhu" va mangiato bollente!


Con questa ricetta partecipo al contest di CUOCO PER CASO "Tutti unti" con il cibo da strada



venerdì 27 settembre 2013

Blog 100% affidabile




Ho ricevuto alcuni giorni fa da Edvige del blog Memento Solonico questo premio. Non ci sono parole per ringraziarla nell' avere pensato a me. Essere un blog al 100 % affidabile è un onore che non può essere " disonorato".
Grazie e ancora grazie  e passo  a ritirare il premio.
Un blog è affidabile quando:
1) è aggiornato regolarmente;
2) dimostra la passione del blogger per l'argomento di cui scrive;
3) offre contenuti e informazioni originali;
4) favorisce la condivisione e la partecipazione attiva degli utenti;
5) non è infarcito di troppa pubblicità.

Pertanto:
"Dichiaro che i blog seguenti da me scelti rispettano le 5 regole del Premio "Il Blog Affidabile"  disponibili a questa pagina http://www.gliaffidabili.it/a/altro/il-premio-il-blog-affidabile . Sono pertanto una risorsa utile per gli utenti della Rete e meritevoli di essere conosciuti da un pubblico più ampio come gli artigiani, le aziende e i professionisti iscritti su http://www.gliaffidabili.it/".

Sono blog al 100% affidabili:
http://www.isaporidelmediterraneo.it/

http://www.myromanticcreations.blogspot.it/

http://untavoloperquattro.blogspot.it/

http://cucinarecondede.blogspot.it/

http://cucinaconelena.blogspot.it/

Purtroppo i premi da asseganre sono soltanto 5 , ma i blog "affidabili" sono molto di più e mi dispiace davvero non poterli menzionare...ma non dire mai.

sabato 21 settembre 2013

Verdure sott'olio



Settembre è il mese delle "provviste" come si dice da noi. Pomodori, melanzane, zucchine e funghi, tutto si può trasformare in una squisita conserva che ci permetterà di gustare durante l'inverno i sapori dell'estate. Veramente io non sono stata una brava formichina negli anni passati, mi sono affidata a mia mamma con la scusa del lavoro e dei figli. Ma ora che ho più tempo a disposizione mi dedicherò anch' io alle "provviste". Quindi qualche settimana fa, sempre con l'aiuto di  mia mamma, ho preparato queste verdure sott'olio. Il procedimento e le proporzioni variano da famiglia a famiglia.
Ingredienti
 5 kg di melanzane
3 kg di peperoni carnosi
3 kg di cipolle rosse di Tropea
1/2 l di aceto di vino bianco
sale qb
aglio, basilico, peperoncini piccanti
olio d'oliva
Preparazione
Sbucciate le melanzane, tagliatele a fette e poi a fiammifero.


 Togliete i semi ai peperoni e poi tagliateli a listatelle.



 Affettate le cipolle dopo averle pulite. Mischiate le verdure in una ciotola capiente, salatele e versatevi l'aceto ( mia mamma assaggia ). Mescolate con le mani per bene, affinchè l'aceto e il sale prendano tutte le verdure.


 A questo punto noi le abbiamo versate nel "SALATURI" (  un vaso di terracotta ) e coperte con un "TIMPAGNU" (  un disco di legno con un diametro inferiore al vaso ). Sopra abbiamo posizionato un contenitore cilindrico pieno d'acqua.

 Dopo 24 ore strizzate bene le verdure ( noi abbiamo usato un torchietto ) e unitevi l'aglio a filetti,  i peperoncini tagliuzzati e abbandante basilico.


 Sistemate le verdure nei vasetti di vetro sterilizzati, facendo attenzione che non ci siano vuoti intermedi. Completate riempendoli d'olio fino all'orlo. Nei giorni seguenti controllate e aggiungete olio se necessario.
Per consumarli ci vorranno alcuni mesi, ma l'attesa sarà ricompensata. Provare per credere.




  

mercoledì 18 settembre 2013

La festa dell'Addolorata




Quanta dolcezza e umanità traspare dai lineamenti del viso!



 La terza domenica di settembre ricorre la festa dell'Addolorata, la protettrice del comune di Soverato. La statua lignea si trova nella Chiesa Matrice di Soverato Superiore, il mio paese natio. Il programma religioso prende avvio la domenica precedente, giorno in cui inizia il Settenario: sette giorni di preparazione spirituale da parte di un padre  appartenente a un ordine religioso. Ogni sera alla fine della funzione religiosa si sparano i " botti " o "furguli " o "maschi". Sera di sabato si tengono i  Vespri  solenni con l'incoronazione della statua, mentre domenica mattina c'è la Concelebrazione della Santa Messa e, nel pomeriggio, la processione per le vie del paese.
 La chiesa, per l'occasione, viene addobbata con " u paratu " , dei tendaggi sistemati ad arte da sempre dalla famiglia Arena. Anche la Madonna in questi giorni è vestita a festa, il vestito è sempre nero, ma ha dei ricami in oro e pietre preziose. Sono giorni di festa  e di devozione profonda alla Vergine Maria e da sempre tante sono le persone che vengono a renderLE omaggio.
Giornate di festa, allietate dalle note della banda cittadina che sfila per le strade, quasi per ricordare a tutti che è festa. Giornate cariche di ricordi legati alla fanciullezza e all'adolescenza, giornate che ti portano in mente persone che non ci sono più, ma anche giornate che ti danno la spinta per andare avanti perchè sei sicura che la Vergine Addolorata ti guiderà.
Protagonista della cucina di questi  giorni è la melanzana, soprattutto " a malangiana china"; ogni famiglia ha la sua ricetta, ma tutte sono ugualmente buone. Sabato sera però se girate per le "rughe" del paese sentirete l' odore di un piatto molto ma molto  invitante: " a trippa" o " morzeddu".  Si tratta dello stomaco di bovino che una volta sbollentato viene tagliato a listarelle e cotto in abbondante salsa di pomodoro insaporita con origano, alloro e peperoncino piccante. La tradizione vuole che venga mangiato bollente nella "pitta", un pane a forma di ciambella schiacciata e con poca mollica. 
Per oggi posto soltanto le foto dei piatti, nei prossimi giorni posterò le ricette.

Ecco dunque la trippa:
 nel piatto 





  nella pitta





Ecco " i melangiani chini "
Al sugo



Fritte

Queste  ripiene di riso sono un piatto molto antico



Queste sono invece " i melangiani cecati ", un piatto tipico di Soverato.




domenica 8 settembre 2013

Sformato di sarde e peperoni



Vedere i tortini  di alici e peperoni preparati da Maria Grazia del blog " Un tavolo per quattro" e innamorarmene è stato facile. Per il gusto non avevo dubbi conoscendo la bontà degli ingredienti, ma i colori sono stati troppo invitanti insieme alla bravura dell'autrice nella presentazione del piatto.
 Alla prima occasione ho provato a fare la ricetta, logicamente con alcune modifiche: ho sostituito le sarde con le alici ( mi piace il sapore più accentuato ), non ho messo nè uova e nè mozzarella e poi ho utilizzato uno stampo medio.
Il risultato è stato  molto soddisfacente e infatti l'abbiamo consumato in un baleno .
Non vi dò delle quantità ben definite, in quanto tutto dipende dal numero dei commensali. Se avanzano sarde e peperoni si possono usare diversamente.
Ingredienti
sarde già sfilettate
peperoni arrostiti
mollica di pane 
prezzemolo, aglio, peperoncino piccante, origano
olio d'oliva
sale qb.
pane grattugiato
Preparazione
Spellate i peperoni, privateli dei semi e dei filamenti interni e metteteli ad asciugare su un canovaccio. Frullate la mollica del pane con il prezzemolo, l'aglio e un pizzico di peperoncino piccante secco.
Oleate uno stampo e spolveratelo con il pane grattugiato. Foderate le pareti alternando filetti di peperoni e sarde mentre la base ricopritela completamente con il pesce. Fate adesso uno strato di mollica aromatizzata e uno di peperoni e sarde. Salate , fate un altro strato di mollica e infine ripiegate i filetti del bordo all'interno.Per finire spolverate con il pane grattugiato e l'origano. Un filo d'olio e infornate a 200° per 15-20 minuti circa, fintanto che la superficie non avrà un bel colore dorato.









 

mercoledì 4 settembre 2013

Torta morbida con fichi




Adoro i fichi, sia freschi che secchi. E questo è il periodo migliore per gustarli, anche se " i ficazzani " di giugno sono una goduria unica. Sono enormi, pieni e sodi.
 Una volta il nostro territorio era pieno di alberi di fichi e i proprietari li fittavano, perchè era consuetudine raccogliere i frutti e farli essiccare al sole sopra " i cannizzi " ( graticci di canne ). Poi sono stati tagliati per far posto agli alberi d'ulivo economicamente più redditizi.
Certo andare al mercato e trovarli è facile, ma raccoglierli dall'albero impiastricciandosi le mani con il miele è tutt'altra cosa. Comunque l'importante è raggiungere lo scopo: cioè mangiarli, da soli o con una fetta di pane e salame casereccio.

Ingredienti
150 gr di farina 00
100 gr di farina integrale
100 gr di zucchero di canna
una tazzina da caffè di olio d'oliva
2 uova
1 bustina di lievito
10 - 12 fichi freschi
marsala qb ( ci vorrebbe vino cotto )



Preparazione 
Sbucciate i fichi  e metteteli in una terrina con un pò di marsala.
In una ciotola versate le farine, lo zucchero, i tuorli, il lievito, l'olio e amalgamte bene. Aggiungete quindi i bianchi montati a neve e i fichi sgocciolati . Mescolate ancora l'impasto.
Imburrate e infarinate una tortiera, versatevi  il composto e infornate a 180 per 20 minuti circa. Una volta fredda splverate la torta con zucchero a velo.