domenica 30 gennaio 2022

Frollini con pasta di mandorle agrumata



In estate un panetto di pasta di mandorle non manca mai in frigo: latte e granita sono un  must delle giornate afose. Ma la pasta reale così come viene pure chiamata è ottima anche nella preparazione di dolci ai quali dona freschezza e dolcezza. L'altro pomeriggio mi sono accorta di aver dimenticato in frigo mezzo panetto e allora mi sono decisa a rifare dei biscottini che avevo assaggiato da un'amica siciliana tempo fa. Il copia e incolla è andato a buon fine, i biscotti sono spariti in un baleno. Una delzia per il palato semplice da preparare.

Ingredienti

* per la frolla

250 gr di farina per dolci

100 gr di burro 

100 gr di zucchero a velo

1 cucchiaino di lievito per dolci

1 uovo e un tuorlo

* per la farcitura

300 gr di pasta di mandorle

cedro e arancia canditi q.b.

1 cucchiaio di liquore all'arancia

granella di arance candite

latte q.b.

zucchero a velo q.b.

Preparazione

In una ciotola versate la farina, lo zucchero, il lievito e mescolate. Aggiungete il burro e iniziate a impastare e infine le uova. Formate un panetto e mettetelo in frigo per almeno un'ora.

Preparate adesso il ripieno: frullate nel mixer un pò di arance candite; riducete a cubetti piccolissimi il cedro e l'arancia. Amalgamate la pasta reale con il liquore, i canditi e la granella. Fate riposare l'impasto in modo che i sapori si leghino fra loro.


Trascorso il tempo di riposo togliete la frolla dal frigo e dopo averla fatta ambientare stendetela con il matterello e con un coppapasta iniziate a formare i biscotti. Dopo averli farciti ricopriteli con l'altro tondino e sigillate i bordi con l'aiuto di una forchetta. Io ho seguito una vecchia usanza e ho usato una vecchia chiave.


 Spennellate i frollini con del latte e infornateli nel forno già caldo a 180° per 15 minuti circa, devono dorare.

Una volta cotti sfornateli e spolverizzateli con lo zucchero a velo. 





martedì 18 gennaio 2022

Panini con ricotta di pecora e siero nell'impasto



In questo periodo le ricottine di pecora non mancano mai, cremose e buone sono una vera delizia. Dal mio negoziante di fiducia tutte le mattine le trovo calde calde, ma volendo me le faccio portare direttamente a casa immerse  ancora nel loro siero. Una bontà che grazie a Dio ancora nei piccoli centri è possibile avere. Certo è lontano il tempo in cui  il pastore portava le ricottine nella fuscella di giunco adagiate nel secchio rivestito con le foglie di felce, oggi i contenitori sono in plastica o in alluminio, ma va bene anche così, l'importante è averle per consumarle al naturale (se calde è ancora meglio) oppure nelle preparazioni calde o salate che più ci aggradano. Nel blog sono tante le ricette con la ricotta, tuttavia mi piace ricercarne sempre di nuove. E così l'altro giorno ne ho scoperta una, qui e logicamente mi sono messa subito all'opera. Grazie Scarlett Rossella Palm

Ingredienti
600 gr di farina manitoba
1/2 cubetto di lievito di birra fresco
50 gr di ricotta (io ovina)
80 ml di siero
150 ml circa di acqua
2 cucchiai di zucchero semolato
1 cucchiaino di olio evo
un pizzico di sale
gocce di cioccolato fondente
E ancora
zucchero a velo
un tuorlo + latte per spennellare

Preparazione
Sciogliete il lievito in poca acqua. In una ciotola versate la farina e nella fontanella versate il siero, la ricotta, lo zucchero, l'olio e a filo l'acqua, solo alla fine il sale. Lavorate a lungo l'impasto fino ad avere una pasta liscia ed elastica.


 Fate riposare fino al raddoppio. Riprendete l'impasto e rilavoratelo aggiungendo le gocce di cioccolato. A questo punto Scarlett ha formato i panini mentre io ho optato per una seconda lievitazione. Trascorso il tempo ho ricavato tante palline che ho disposto su una teglia ricoperta con carta forno ben distanziate fra loro e le ho lasciate lievitare per circa un'ora.


 

Infine le ho spennellate con l'uovo e le ho infornate a 180° per 15 minuti circa nella parte centrale del forno. Una volta cotti sfornate i panini e fateli raffreddare prima di dare una spolverata di zucchero a velo.










venerdì 7 gennaio 2022

Polenta e moscardini in umido



Siamo nel periodo perfetto per gustare questo sostanzioso piatto che ho avuto la possibilità di assaggiare a casa di alcuni amici. Inutile dire che ho voluto sapere i dettagli della preparazione per poterlo rifare. La consistenza morbida e delicata della polenta bilancia perfettamente il sapore deciso e leggermente piccante del pesce e il risultato è un piatto ricco di sapori. E poi cosa da non sottovalutare è un piatto semplice da preparare, ho utilizzato infatti i moscardini surgelati e la polenta precotta.

Ingredienti

200 gr di farina di mais per polenta precotta

1 kg di moscardini surgelati

un bicchiere di vino bianco

1 spicchio d'aglio

500 ml di passata di pomodoro

sale 

olio evo

prezzemolo

peperoncino piccante q.b.

Preparazione

Fate scaldare in una padella dell'olio olio con lo spicchio d'aglio. Versate i moscardini e una volta che l'acqua si sarà asciugata  versate il vino bianco e fatelo sfumare. Successivamente aggiungete la passata, un pizzico di sale e il peperoncino piccante. Fate cuocere a fuoco basso e con il coperchio fintanto che i moscardini non saranno cotti e prima di spegnere aggiungete del prezzemolo tritato.

Una volta pronti i moscardini cuocete la polenta versandola a pioggia in acqua bollente salata secondo i tempi e i modi indicati sulla confezione. Servite la polenta su un piatto da portata con sopra i moscardini e cospargeteli con prezzemolo fresco e un filo di olio, piccante se preferite.



 

giovedì 6 gennaio 2022

La focaccia della Befana

 


La focaccia della Befana o Fugassa  d'la Befana nel dialetto piemontese è un dolce soffice a lunga lievitazione ricoperto di granella di zucchero che si prepara in occasione della festa dell'Epifania. La ricetta sembra essere antichissima, forse più del famoso panettone ma  molto più facile da preparare. Il dolce ha una curiosa forma a raggi che richiama una margherita ma anche il sole e la tradizione vuole che in uno dei petali venga inserito un simbolo beneaugurante che può essere una monetina oppure una mandorla, chi la troverà avrà fortuna per tutto l'anno. Un tempo invece venivano nascoste nella focaccia una fava bianca e una fava nera, chi trovava la fava bianca doveva pagare la focaccia, il vino per la fava nera. Avere la vera ricetta di questa focaccia è davvero difficile e d'altronde è così per tanti piatti della tradizione, essa variava in base agli ingredienti che ciascuno aveva in casa. Con il tempo si è arricchita con i canditi e la frutta secca, visto però che a casa mia i canditi non sono bene accetti ho inserito nei petali gocce di cioccolato fondente e sulla superficie ho sparso granella di nocciole, di pistacchio di zucchero.

Ingredienti

300 gr di farina 00

200 gr di farina manitoba

100 gr di zucchero

100 gr di burro

200 ml di latte

1/2 cubetto di lievito di birra fresco

un pizzico di sale

buccia d'arancia grattugiata

Per la decorazione

1 uovo

granella di nocciole q.b.

granella di pistacchio q.b.

granella di zucchero q.b.

1 mandorla

gocce di cioccolato fondente

Preparazione

Fate intiepidire il latte e scioglietevi il lievito di birra. Fate fondere il burro. In una ciotola versate le farine, le uova leggermente sbattute, lo zucchero e il latte con il lievito. Iniziate a impastare e pian piano unite il burro fuso, il sale, le gocce di cioccolato e la buccia dell'arancia grattugiata. Lavorate  fino ad avere un composto soffice ed elastico che metterete a lievitare finchè non avrà raddoppiato di volume. Trascorso il tempo necessario riprendete l'impasto e stendetelo su un foglio di carta forno formando una focaccia di circa 25 cm di diametro. Fate dei tagli senza arrivare al centro per ottenere i petali (16). Arrotolate ogni petalo su se stesso e in uno inserite la mandorla. A questo punto io ho chiuso la focaccia dentro un cerchio apribile per tenere meglio la forma. 


Lasciate lievitare di nuovo per almeno un'ora. Spennellate infine la focaccia con un uovo sbattuto e cospargetela con le granelle. Cuocetela a 180° per 25 minuti circa. Sfornatela e fatela riposare prima di gustarla.










martedì 4 gennaio 2022

Mortadella Nerella al bergamotto

 


Mi succede spesso durante i tour per la presentazione dei miei libri sulla cucina della tradizione popolare calabrese – Maramenti e Gulie di Calabria – di scoprire delle eccellenze della nostra enogastronomia note spesso unicamente agli addetti del settore e circoscritti al territorio di produzione.

Ho scoperto così il capicollo Azze Anca definito non a caso l’ambasciatore speciale dell’Archeogastronomia grecanica che, prodotto dall’azienda AgriRiggio sita a Lazzaro di Motta San Giovanni, si ricava dalla coscia dei suini neri calabresi, una razza autoctona che vive allo stato semibrado in Aspromonte fin dall’antichità greco-romana e caratterizzata dalla presenza di bargigli.

L’ultima meraviglia, provata e riprovata, è stata la mortadella Nerella alla nduja e al bergamotto e il prosciutto Nerone prodotti da Domenico Commisso a Siderno sempre con carne di suini neri allevati nella zona aspromontana. Salumi unici per qualità in quanto la carne utilizzata proviene da animali allevati liberamente nei boschi ricchi di querceti, uliveti e castagneti e per il procedimento artigianale di lavorazione; salumi unici dal gusto avvolgente e aromatico capaci di deliziare il palato con la loro bontà; salumi innovativi prodotti con l’utilizzo di eccellenze come la nduja e il bergamotto; salumi espressione della passione per la propria terra e il proprio lavoro.

 Scoprire queste delizie è stato veramente una sorpresa, un’esperienza sensoriale piacevole e consapevole che vi consiglio di provare.