Continuiamo con la degustazione dei dolci natalizi della tradizione calabrese. Oggi è la volta del " torrone dei poveri", un croccante a base di "giurgiulena" (sesamo) che nel mio territorio prende il nome di " cupeta" o "cumpettu".
Quella che vi presento è la mia versione, lontana mille miglia dalla ricetta del "mastro cupetaro" per eccellenza Bruno Platì, ma ugualmente buona.
Ingredienti
250 gr di sesamo
1/4 di vin cotto
100 gr di miele millefiori
50 gr mandorle sgusciate leggermente tostate
bucce di mandarino calabrese
Preparazione
Pulite i semi di sesamo dalle impurità, lavateli e fateli asciugare all'aria. Per una buona riuscita del croccante il sesamo deve essere asciutto, perciò è consigliabile tenerlo nel forno caldo per una decina di minuti, prima di usarlo.
Versate il vin cotto in una padella, aggiungete il miele e fatelo sciogliere a fuoco moderato, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno. Unite il sesamo sempre rimestando e quando avrà assorbito tutto il miele e avrà preso un bel colore dorato, aggiungete le mandorle e la buccia del mandarino grattugiata. Rimescolate ancora e poi versate il composto sul piano di lavoro inumidito con succo d'arancia. Mentre è ancora caldo con la metà di un'arancia stendetelo e appiattitelo in uno strato alto un centimetro. Infine con un coltello dalla lama larga ritagliate tanti piccoli rombi. Lasciateli raffreddare e poi sistemateli in un vassoio su delle foglie fresche di arancio o di limone.
Povero o no a me questo croccantino piace tantissimo.
RispondiEliminaBellissimo il tuo post.
A presto e buona domenica
Cara Barbara, anche qui in Sicilia si prepara un dolce simile a base di semi di sesamo, è detto a 'Giuggiulena' o 'Cobaita' mio padre, che è di questa regione, lo preparava (in Sardegna, dove vivevo fino a tre anni fa) quando ero piccola per ogni Natale...
RispondiEliminati faccio i miei migliori complimenti per questo buonissimo dolce, per l'ottima ricetta e per il post, sempre molto interessante (come tutti quelli che pubblichi, mi piace che dai spazio alle tradizioni della tua terra e alla storia dei piatti tipici, ti leggo sempre con grande piacere:)
un bacione e buona domenica
Rosy
Molto buono, non credo che il vino cotto s'intende apri la bottiglia e cuocilo...sarebbe troppo semplice. Un abbraccio e buona serata.
RispondiEliminaIl vino cotto non è altro che il mosto cotto. Nel mese di settembre, quando si vendemmia, il mosto viene fatto bollire lentamente e lungamente fino ad ottenere una riduzione di circa tre quarti del suo volume.Si conserva fino a 24 mesi.Si può usare pure con la carne, ma noi lo usiamo soprattutto per i dolci natalizi oppure per la " scirubetta" che non è altro che neve fresca mischiata a vino cotto. Peccato che qui a Soverato nevica di rado!
RispondiEliminaUn caro abbraccio
Questo croccante deve essere squisito! Come al solito hai deliziato non solo il mio palato, ma anche la mia curiosità sulle usanze calabresi.
RispondiEliminaBacioni
Alessandra
Mi piacciono questi dolci tipici!!! complimenti
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