2 Dicembre, L'Italia nel piatto:Dicembre a tavola
Anche per questo appuntamento ho preferito rimanere nell'ambito goloso dei dolci, stavolta andremo ancora a visitare l'area grecanica, che merita di essere maggiormente valorizzata e conosciuta per la sua storia e per le sue bellezze naturali.
I nacatuli sono dei dolci tipici del territorio reggino e in particolare di Bova. Come ogni ogni piatto tradizionale sono legati ad un periodo particolare dell'anno, ma solo di recente vengono preparati durante le festività natalizie. Infatti secondo lo studioso bovese Casile un tempo i nacatuli erano dolci nuziali, venivano offerti cioè durante il matrimonio. Ma erano considerati pure una specie di biglietto da visita e difatti i futuri sposi andando ad invitare parenti ed amici portavano in dono a ciascun componente della famiglia una nacatula. Era un segno benagurante e il perchè è presto detto. Con la loro forma elissoidale, con una piccola cuna con dentro una spirale riconducibile ad un bambino, la nacatola è l'augurio per il concepimento di una nuova vita. E l' origine del nome lo conferma: naca dal greco nakè, significa culla. Non dimentichiamo che siamo nell'area grecanica, dove tante tradizioni che vivono ancora oggi, sono facilmente riscontrabili dai rinvenimenti archeologici! Gli ingredienti usati sono molto semplici, farina, olio o sugna, zucchero ed anice che conferisce al dolce una fraganza particolare. Gli arnesi necessari per la preparazione sono invece un pò particolari, anche se è possibile sostituirli con altri a disposizione. Servono il fuso e quello che le nonne calabresi chiamavano pettine o telaio che serve a tenere insieme i nacatuli e a renderli rugosi per far aderire meglio lo zucchero. Arnesi riconducibili alla tradizione greco-pagana, giacchè il fuso era l'attributo delle Moire, le divinità del parto e il pettine del dio Dionisio. E il loro uso sembra che avesse il compito di sacralizzare la preparazione. ( notizie tratte dal sito di Bova )
Per mio comodità ho sostituito il fuso con un legno di bambù e il pettine ( quando lo uso ) con un crivo. Le forme possono essere diverse, oltre alla classica naca c'è pure il rosone, ma il profumo delicato e il sapore dolciastro sono uguali dappertutto e rendono questo dolce, inserito nell'Elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali, unico!
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pettine ( foto presa dal web ) |
Ingredienti
500 gr di frina 00
200 gr di zucchero semolato
50 ml di olio evo
3 uova
1 bustina di lievito per dolci
1/2 tazzina di anice
olio di semi per friggere
zucchero a velo
Preparazione
Setacciate la farina in una ciotola e formate una fontanella. Al centro versate le uova leggermente sbattute, l'olio, il lievito, lo zucchero e l'anice. Lavorate fino ad ottenere un impasto sodo ed elastico che lascerete riposare un pò. ( se necessario aggiungere del latte )
Con l'impasto formate dei bastoncini e con un legnetto di bambù o un mestolo di legno formate le nacatole.
Passatele sul pettine o su un crivo ( facoltativo ).
Friggetele in olio caldo, facendoli dorare in modo uniforme.
Scolatele su carta assorbente e spolverateli con zucchero a velo.
E adesso andiamo a conoscere i piatti delle altre regioni:
Friuli-Venezia Giulia:
http://ilpiccoloartusi.weebly.com/friuli/sope-di-nadal-o-zuppa-di-natale-per-litalia-nel-piatto
Lombardiahttp://www.kucinadikiara.it/2016/12/cappone-ripieno-ricetta-tipica-lombarda.htm
http://zibaldoneculinario.blogspot.com/2016/12/tortelli-di-natale-per-litalia-nelpiatto.html
Liguria:
http://arbanelladibasilico.blogspot.com/2016/12/litalia-nel-piatto-dicembre-tavola.html
http://acquacottaf.blogspot.com/2016/12/pane-di-natale-chiantigiano.html
Umbria: http://www.dueamicheincucina.ifood.it/2016/12/parmigiana-di-gobbi.html
http://breakfastdadonaflor.blogspot.com/2016/12/cucina-pugliese-baccala-con-sponsali-e.html
Campania:http://www.isaporidelmediterraneo.it/2016/11/linguine-al-granchio-melograno-e-pomodorino-giallo.html
Sardegna: Le Seadas http://dolcitentazionid
Ti sono venuti veramente bene. Complimenti!
RispondiEliminaVeramente sfiziosi come tutti i piatti delle parti tue. Non le ho provate tutte ovviamente ma una parte della cucina si per essere stata per anni. Buona fine settimana un abbraccio.
RispondiEliminaBellissima la storia di questi dolci, devono essere squisiti
RispondiEliminaBacioni Alessandra
Ne avevo sentito parlare ma non conoscevo la storia! E poi la parola "naca", che l'ho sentita sempre dire, non sapevo derivante dal greco! Grazie ancora per far conoscere a tutti la cultura calabrese a partire dalla cucina! A presto, Anna
RispondiEliminaMa sarebbero perfetti per il mio giveaway di Natale cara Rina se vuoi! http://www.batuffolando-ricette.com/2016/11/giveaway-il-natale-da-batuffolando.html
RispondiEliminabuona domenica
Certo che partecipo, mi era sfuggita la pagina del tuo giveawy, adesso provvedo subito e ti invierò delle ricette tipiche fotografate passo passo. Buona domenica e grazie.
EliminaCara Barbara non conoscevo questi dolci,tipici della tua terra e dei quali ho letto veramente con piacere la storia relativa alle origini:).
RispondiEliminaParticolare la forma e anche la rigatura ottenuta con il pettine o il crivo,sono sicuramente troppo golosi e di una goduria unica:))grazie infinite per la condivisione Barbara e i miei migliori complimenti,bravissima come sempre:)).
Un bacione e buon fine settimana:))
Rosy
Ma che belli che sono!!!
RispondiEliminaElisa
Carissima Rina, i tuoi dolcini sono bellissimi e ricchi di significato! Mi cimenterò ben presto in questa realizzazione!
RispondiEliminaGrazie mille :)
Tanti baci!
Rosa