martedì 8 aprile 2014

La cuzzupa e la tradizione





Non c'è calabrese che, ancora oggi durante le festività pasquali, non voglia degustare " a cuzzupa", il dolce tradizionale per eccellenza che arricchisce da sempre le nostre tavole nel giorno di Pasqua. Durante la Settimana Santa oltre a partecipare ai diversi riti religiosi , ci si dedica alla preparazione dei dolci tradizionali,  molto gustosi e dal grande valore simbolico. La loro origine si perde nella notte dei tempi. Anticamente la cuzzupa veniva usata come pane per il viaggio in memoria dell'esodo degli Ebrei dall'Egitto. Era un dolce povero che veniva preparato con farina di grano e zucchero, ma spesso questi ingredienti inaccessibili ai più venivano sostituiti con farina di granturco e mosto cotto o miele di fichi. Caratteristica di questo dolce è la presenza delle uova come simbolo della rinascita, della fecondità e della forza rigeneratrice. Il Venerdì Santo, si racconta che,  la preparazione delle cuzzupe veniva sospesa perchè era vietato mangiare carne e manipolare prodotti di origine animale, come la sugna, ingrediente indispensabile per la loro preparazione. Anche il lievito naturale " u lavatu "  era necessario per la loro preparazione e lo scambio di questo prodotto  fra parenti e vicini di casa, creava un circuito di condivisione. Chi aveva donato il lievito riceveva il dolce. In questo modo oltretutto si potevano gustare sempre le cuzzupe appena uscite dal forno. Le nostre nonne si sbizzarrivano a modellare varie forme, c'era il cestino per le bambine, la esse, la treccia, ma la più apprezzata era la corona con 7 uova che doveva essere regalata al fidanzato , perchè il numero 7 era considerato il simbolo del legame e della stabilità. Quella di oggi è la cuzzupa catanzarese, diversa come impasto dalla cuzzupa che facciamo a Soverato.  Si tratta infatti di una pasta molto simile alla frolla come consistenza, molto friabile. Questi biscottoni proposti in forme fantasiose e decorati con uova sono ottimi da mangiare così oppure inzuppati nel latte.
Ingredienti
1 kg di farina circa
400 gr di zucchero
6 uova + alcune per decorare e spennellare
200 gr di sugna oppure olio evo.
100 di latte
2 bustine di lievito
buccia grattugiata di 2 limoni 
Preparazione
Sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete il latte e la sugna sciolta.



 In una ciotola a parte setacciate la farina con il lievito, aggiungete la buccia grattugiate dei limoni e gradualmente incorporate gli ingredienti liquidi.



 Lavorate il tutto cercando di ottenere un impasto morbido ed elastico. A questo punto potete dare sfogo alla vostra fantasia, ma sempre nel rispetto della tradizione, modellando le cuzzupe. Prima di infornare a 180° per 20/30 minuti, spennellate con un uovo sbattuto con un pò di zucchero.



 Se desiderate potete aggiungere i coriandolini di zucchero.  Nella tradizione catanzarese le cuzzupe sono ricoperte con l' " annaspo ", una miscela di acqua e zucchero.




Scusate la lunghezza del post, ma lo sapete che amo le tradizioni e mi piace trasmetterle. Sono la nostra identità, il nostro passato, ma debbono essere soprattutto lo stimolo per andare avanti e costruire un futuro migliore.




9 commenti:

  1. Cara Barbara, non ti devi assolutamente scusare per la lunghezza del post, che ho letto veramente con tanto interesse, in quanto anch'io amo le ricette tradizionali e apprendere la storia che sta alla base delle stesse:)) adoro questi tuoi biscotti, sono bellissimi e immagino la
    bontà..la sugna conferisce ai biscotti una consistenza unica, anche
    meglio del burro, e la scorza grattugiata di limone è secondo me tassativa nelle ricette di biscotti, specie se la base è neutra. Mi piacerebbe davvero assaggiarli, sono meravigliosi:)) bravissima come sempre Barbara, e grazie mille per aver condiviso questa splendida ricetta, tipica della tua terra:))
    un bacione e buon inizio settimana:)
    Rosy

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  2. Da noi a Trieste si fa un dolce simile come aspetto a quello intrecciato solo che si fa una treccia con un laccio diciamo grande dove va inserito l'uovo sodo rigorosamente colorato in rosso e si chiama "titolae". Non mi permetto di mettere link qui e non posso inserire foto ma se cerchi con google vedrai l'aspetto. Un abbraccio e buona serata.

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  3. Ma lo sai che anche in Calabria nei paesi grecanici si usano le cuzzupe con uova rosse, è infatti una tradizione greca-ortodossa. Il mondo è davvero piccolo.
    Buona serata

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  4. Questi biscotti non sono solo buonissimi ma anche molto belli. Li assaggerei volentieri ed immagino la goduria inzuppati nel latte! La tua frase finale è molto vera.
    Bacioni
    Alessandra

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  5. Anche da noi la Settimana Santa oltre a partecipare ai diversi riti religiosi , ci si dedica alla preparazione dei dolci tradizionali.Racconti le tradizioni in modo perfetto e ti consiglio di partecipare a questo contest per far parte del gruppo L'italia nel piatto.
    Puoi trovare le regole in questo post
    http://www.isaporidelmediterraneo.it/2014/03/uova-in-purgatorio.html

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  6. Grazie per l'invito. Per qualche giorno sono ferma, in quanto c'è stato un problema e ho il computer bruciato.CI risentiamo appena possibile.

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  7. Ciao Barbara,sono d'accordo con te,bisogna portare avanti le nostre tradizioni per non perdere la nostra identità e tu lo fai benissimo!
    Anche qui in Salento in questo periodo usiamo fare un dolce simile che naturalmente ha lo stesso significato,cambia la forma che può essere a galletto,damina.
    Buonanotte

    Letizia

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  8. E' bello conoscere le tradizioni delle nostre regioni italiane.
    Brava Barbara,i miei complimenti.

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  9. Molto interessante questo post! Non conoscevo proprio questo dolce pasquale.

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