Oggi un post dal gusto piccante per parlare di questa spezia che arrivata dall'America ha trovato in Calabria fattori ambientali, climatici, dietetici, culturali quasi predestinati. " U pipareddu" è ormai sinonimo di calabresità. E' onnipresente sulla nostra tavola: lo adoperiamo fresco, essiccato, sott'olio, sott'aceto...tanto più è piccante tanto più è apprezzato. Ma la Calabria non è soltanto la regione che consuma più peperoncini, è anche la regione che annovera più specialità nelle quali il piccante è il protagonista assoluto. Basti pensare alla Nduja di Spilinga, al Morzello di Catanzaro e al Caviale calabrese conosciuto anche come Sardella o Rosamarina. Ma è nei piatti più semplici che il peperoncino dà il meglio di se: pasta e fagiola, sarde arriganate, pane caldo e tanti altri ancora. E così, visto che non ne può fare a meno, ogni famiglia calabrese ha sul balcone di casa la sua pianta di peperoncini e la Resta che non è altro che una treccia di " diavolicchi " messa al sole per essere essiccata. E per decantare le sue le proprietà benefiche e terapeutiche, da oltre vent'anni si tiene a Diamante nel mese di Settembre Il festival del peperoncino. Cinque giorni di full immersion nel piccante: gastronomia, cinema, folclore, mostre. E possiamo dimenticare il tormentone mediatico del cabarettista Franco Nero? Il peperoncino di Soverato divenne il suo cavallo di battaglia in tanti spettacoli, iniziando da Zelig. Anche se effettivamente la mia città non ha questa specificità. Il culto del peperoncino appartiene a tutto il meridione e alla Calabria in particolare.
Vi ho incuriosito abbastanza per indurvi a consumare, seppure in piccole dosi, " u pipareddu vruscenti " ?
E allora andiamo alla ricetta che vi permetterà di avere il piccantino sempre a portata di mano. Mi raccomando, non eccedete, altrimenti vi ritroverete a piangere e a sudare mentre gustate la vostra pietanza!
Ingredienti
peperoncini rossi piccanti
olio evo
sale
Resta di diavolicchi |
Preparazione
Lavate i peperoncini e asciugateli bene. Eliminate il peduncolo, tagliateli a pezzetti con la forbice e metteteli in uno scolapasta cospargendoli di sale. Mettete un peso sopra e lasciateli così per 12 ore. Tamponateli quindi ben bene con carta assorbente da cucina e versateli nei vasetti precedentemente sterilizzati. Riempiteli d'olio evo. Lasciate insaporire l'olio per almeno un mese prima di gustarlo.
Volendo si possono utilizzare i peperoncini interi. E allora lasciateli al sole per un giorno oppure fateli seccare nel forno a 150° per 30 minuti circa e controllando che non si bruciano. Poi metteteli nella bottiglia ( sempre sterilizzata ) e ricoprite di olio. Conservate in un luogo fresco.
E ogni volta che versate dell'olio, ricordate di aggiungerne altro.
L'olio santo può essere usato in tantissimi piatti, dalla semplice bruschetta , fino alle zuppe e sughi di carne e di pesce.
Buoni si ma per noi niente piccante. Ciaooo
RispondiEliminaAdoro i peperoncini e difatti ho diverse piante sul terrazzo :) Non amo però il troppo piccante a tavola ma leggermente! Questo olio lo usereii molto volentieri :)
RispondiEliminaAnche a casa mia si usa il peperoncino sia sotto forma fresco, pasta ma buono anche nel olio. I miei voglio sempre molto più piccante, invece a me piace solo quel pizzico giusto che arricchisce il piatto ! Felice giornata !
RispondiEliminaCiao Barbara mi piace sempre leggere i tuoi post che parlano dei miei prodotti "cari"...bhe noi da buoni calabresi anche al nord abbiamo le nostre piante di peperoncini nell'orto (i miei) e sul terrazzino io...sono riuscita a convertire al piccante anche il mio maritino milanese :) tant'è che ogni anno pianta vasi di vari tipi di peperoncini!!! Questo olio e' immancabile ovviamente nella nostra dispensa. Buona giornata bacioni Luisa
RispondiEliminaadoro il piccante...grazie della ricetta,e della visita <3
RispondiEliminaQuesti tuoi peperoncini farebbero impazzire mio fratello che ama il piccante.
RispondiEliminaBacioni
Alessandra