domenica 23 luglio 2017

Trigghjozzu e pipi





Un piatto mare/orto insuperabile per gusto! Un piatto che coniuga due realtà del mio territorio, la collina e la marina. Un piatto che rischia di scomparire e a giusta ragione, anche se più di un bongustaio lo rimpiangerà. 
La fragagghia o trigliozzo o fritto di paranza è novellame di pesce, in genere alici, triglie, merluzzetti, sogliolette e stavolta  pure qualche gamberetto. Ha un valore commerciale medio/alto e rappresenta gli scarti della pesca a strascico, un metodo purtroppo molto invasivo che utilizza delle reti a maglie molto fitte che riescono a prendere appunto anche i piccoli pesci. E così la frittura di paranza è stata dichiarata fuorilegge, perchè vanno tutelati i pesci più piccoli, ma anche il nutrimento dei più grandi. Però ogni tanto trovi qualche... pirata che ti dà l'opportunità di gustare questa prelibatezza.
Questa volta il trigliozzo l'ho preparato insieme ai peperoni riggitani. Il risultato è stato un piatto unico dal sapore indescrivibile che stuzzica l'appetito.
Ingredienti
Trigliozzo
peperoni riggitani
farina di grano duro
olio di semi di arachide
sale q.b.
peperoncino piccante, facoltativo

Preparazione
Lavate con cura i pesciolini senza eviscerarli, quindi asciugateli delicatamente e passateli nella farina ricoprendoli uniformemente. Trasferiteli poi in un colino affinchè perdano la farina in eccesso.
Mettete sul fuoco una padella con abbondante olio e quando è pronto per la frittura buttatevi i pesci, pochi per volta. Scolateli man mano che sono dorati, poggiateli su fogli di carta assorbente ed infine salateli.




Lavate i peperoni, asciugateli, togliete picciolo e semi e tagliateli a spicchi. Salateli e friggeteli.



Nella stessa padella dei peperoni unite il trigliozzo fritto e continuate la cottura per pochi minuti per far si che gli ingredienti si insaporiscano tra loro. Spegnete e trasferite la frittura in in piatto di portata spolverizzandola con peperoncino piccante in semi o fresco.




Buon appetito!





6 commenti:

  1. Conosco questa frittura l'ho gustata dalle tue parti. Ha Trieste solo quelli che noi chiamiamo ribaltavapori o girai in italiano latterini fritti mangi tutto ora difficile avere come anche le schile piccolissimi gamberetti non so in lingua ormai però introvabili. Buona settimana.😚

    RispondiElimina
  2. Ma anche da noi ormai è così, io l'ho avuto di sottobanco dal mio pescivendolo. E d'altronde paghiamo la nostra ingordigia. Un caro abbraccio.

    RispondiElimina
  3. Quando vedo queste fritture mi viene acquolina in bocca. Che bello abitare vicino al mare e poter godere del pesce fresco !

    RispondiElimina
  4. E' una leccornia: nel periodo in cui si può trovare in vendita, ne facciamo delle scorpacciate!

    RispondiElimina