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sabato 15 luglio 2017

Olivi a la giarra




Con l'inizio dell'autunno, insieme alla vendemmia, l'attività che impegnava e molto i contadini e in particolare le donne, era la raccolta delle olive. Un lavoro duro e di pazienza, infatti le olive venivano raccolte ad una ad una da terra per essere poi messe " ntro panaru". Un tempo non c'erano reti o macchine come oggi e allora gli uomini con dei bastoni battevano gli alberi per far cadere le olive, mentre le donne le raccoglievano stando per ore piegate sulla schiena o accovacciate sulle gambe. Un lavoro durissimo con un guadagno minimo. E a fine giornata vedevi ancora queste donne portare in testa grossi sacchi  di olive al " troppito" , tutte in fila indiana e con un portamento eretto e fiero. Ma quello che più mi meravigliava nel vederle era il loro sorriso, il loro chiacchiericcio che spesso diventava canto. Non sembravano neanche stanche, eppure avevano lavorato sotto il sole o la pioggia per un'intera giornata e tante dovevano tornare nelle loro case e a piedi! 
Ricordi chiusi nella valigia di cartone, ma con la voglia di raccontarli!
Oltre che per la macina le olive si raccoglievano per le provviste  ed  essere poi consumate durante l'anno. Mia madre  in questo periodo preparava le olive "rutte " o alla " giarra ". Dovevano essere verdi, sode, senza ammaccature e " pinnate " dall'albero. E poi ancora le controllava ad una ad una perchè dovevano durare un anno e anche più. Noi non ne compravamo perchè, oltre ad avere un microscopico uliveto con una decina di piante, mio padre era un bravissimo meccanico esperto di " troppiti "  e capirete come i casa mia olive ed olio non mancavano mai. Nel sottoscala tenevamo le " giarre " , che all'inizio erano le classiche in terracotta e poi furono sostituite da contenitori in zinco, molto più pratici. Nelle giarre si tenevano le olive, l'olio, le salsicce e le soppressate e da ciò il detto paesano " A mentisti a manu ntra giarra !" quando sposavi qualcuno/a che stava bene economicamente.
Ingredienti
olive verdi
sale grosso
acqua 
aglio
peperoncino
alloro
finocchio
limone
Preparazione
Per prima cosa tenete le olive a bagno in una ciotola per una settimana, cambiando l'acqua almeno due volte al giorno.
Successivamente preparate la salamoia facendo bollire 1 l di acqua con 100 gr di sale. Quando l'acqua avrà raggiunto il punto di ebbollizione e il sale si sarà sciolto, spegnete e fate raffreddare. A questo punto sciacquate e scolate le olive, mettetele in un boccaccio inframmezzandole con spicchi d'aglio vestiti, peperoncini piccanti, foglie d'alloro e infiorescenze di finocchio selvatico. Copritele completamente  con la salamoia preparata e chiudete con fette di limone. Queste servono a tenere le olive sotto il livello dell'acqua ed in più conferiranno un aroma gradevole.
Se le olive sono piccole dopo 5 mesi circa sono buone da mangiare, altrimenti ci vuole un anno e  d'altronde le provviste dovevano  durare fino al nuovo raccolto.
Al momento del consumo si sciacquano e si scolano bene . Potete gustarle così al naturale oppure in piatti di carne o pesce.  Senza l' olivi ntra salimora lo " stocco a la troppitara " non sarebbe così appetitoso.







mercoledì 25 maggio 2016

Pane con fiori di sambuco e olive




Far passare il mese di maggio senza preparare il pane con il sambuco è impensabile. Eh si, "u hjuri e maju" è nel suo pieno splendore, le infiorescenze bianche occhieggiano al sole sia lungo le strade che nelle campagne. Bisogna solo raccoglierle e poi dare libero sfogo alla fantasia: bevande, pane, pitte, frittelle, risotti, dolci. Con questo fiore dal fresco profumo niente è impossibile e le nostre nonne lo sapevano bene!
L'altro giorno dalla montagna un amico mi ha portato una busta piena zeppa di fiori appena raccolti. Li ho lasciati per tutta la notte chiusi in un sacco di tela, al mattino li ho sfregati tra le mani fino ad eliminare i gambi verdi e poi li ho passati ad un setaccio per togliere le eventuali impurità. Io non li lavo altrimenti il profumo va via, anche perchè conosco il posto da cui provengono che è incontaminato, lontano dalla strada. 
In precedenza ho postato altre ricette con i fiori di sambuco ( qui e qui ), oggi vi presento questo pane con le olive e prossimamente ce ne saranno altre. Tutte ricette provenienti dal'area vibonese - serrese dove u hjuri e maju o cuccu vanta tradizioni antichissime. 



Ingredienti
Biga: 250 farina 00, 10 gr di lievito di birra, acqua tiepida

Impasto
600 gr di farina di grano duro
400 gr di farina 00
400 ml di acqua tiepida
sale q.b.
una ciotolina di fiori di sambuco
peperoncino dolce e piccante
50 ml di olio evo
olive verdi in salamoia denocciolate



Preparazione
La sera prima preparate la biga: in un contenitore versate la farina e in un bicchiere d'acqua tiepida sciogliete il lievito. Impastate velocemente il tutto e coprite con la pellicola trasparente. Lasciate riposare per tutta la notte a temperatura ambiente.
Per l'impasto: in un contenitore capiente versate le farine e al centro mettete la biga che avrete sciolto con un pò d'acqua presa dal totale, il sale, l'olio e i fiori di sambuco.



Iniziate ad impastare aggiungendo poca acqua alla volta. Trasferite l'impasto sulla spianatoia infarinata e lavorate fino ad ottenere un panetto liscio ed elastico.
Fate lievitare fintanto che non raddoppia di volume. A questo punto allargate il panetto e versate le olive e il peperoncino incorporandoli per bene nell'impasto. 



Formate dei filoni che metterete a lievitare su delle teglie ricoperte con carta forno.



 Infornate infine nel forno già caldo a 200 ° per 20 minuti circa. La superficie dovrà risultare dorata.



Ed ecco pronte delle gustose fette da accompagnare con formaggi o salumi, a vostro piacimento.


Con questo pane partecipo alla raccolta di #41 di Panissimo ideata da Sandra e Barbara e questo mese ospitata da Consuelo.





martedì 22 settembre 2015

Insalata di bollito di vitello



Adoro la carne bollita, soprattutto il muscolo del vitello che da noi si chiama gamboncello. E' un pezzo di carne gelatinosa che si presta benissimo per questo tipo di preparazione. Certamente il brodo non va buttato, ma conservato in frigo per altre ricette. E' una ricetta semplice che vi ruberà pochissimo tempo, ideale soprattutto nel periodo estivo quando non si ha troppa voglia di stare davanti ai fornelli.

Ingredienti
500 gr  di muscolo di vitello bollito
4 patate lesse
4 carote lesse
1 cipolla di Tropea
2 uova sode
olive verdi
2 pomodorini
sale qb
olio evo
aceto di vino bianco 
basilico



Preparazione

Per prima cosa tagliate la cipolla a rondelle e mettetela a bagno in una scodella con acqua. Lasciatela in immersione per mezz'ora e poi strizzatela.
Pulite la carne privandola dalle eventuali parti grasse e tagliatela a cubetti. Versatela in una ciotola e aggiungete le patate  e i pomodori tagliati a tocchetti, le carote a rondelle, la cipolla e le olive. Condite con olio d'oliva, aceto bianco e regolate di sale. Decorate con spicchi di uova sode e foglie di basilico. Lasciate riposare in frigo un paio d'ore prima di servire, coperta con pellicola trasparente.