Questa ricetta è stata sicuramente e lo è ancora in parte una delle dolci prelibatezze delle famiglie contadine. E' una ricetta antichissima che risale ai tempi in cui il sangue del maiale, per le sue proprietà nutritive e per la sua preziosità, era considerato quasi sacro, e sacrilego era sprecarne anche solo una goccia. Nelle ricette più antiche non veniva, ovviamente, utilizzato il cioccolato. A me piace seguire la ricetta originale, anche perchè ancora ci sono nel mio comprensorio delle famiglie che allevano i maiali e quindi sono certa della genuinità del prodotto. Immagino le smorfie di alcuni al solo pensiero di mangiare il sangue, ma dovete sapere che nel catanzarese è usanza farcire sia le crostate che i cannoli con il sanguinaccio: una squisita dolcezza!
Che dire, è proprio vero che del maiale non si butta niente, tanto che si riesce a comporre un menu completo dall'antipasto al dolce.
Ingredienti
1/2 di sangue di maiale
1/2 di vino cotto
100 gr di noci
100 gr di uva passa
bucce di mandarino calabrese
Preparazione
Mettete l'uvetta a macerare con del rum o limoncello. Tritate grossolanamente le noci. Tagliuzzate finemente la buccia di un mandarino. Mettete in una pentola il vino cotto e il sangue già filtrato con un colino sottile o un telo, aggiungete le noci, l'uvetta strizzata e la buccia del mandarino. Amalgamate il tutto e cuocete sul fuoco bassissimo a bagnomaria fino a quando la crema non si sarà addensata e avrà un colore marrone scuro. Ci vorranno all'incirca 20 minuti, senza mai smettere di mescolare. A piacere, a fine cottura, si può aggiungere un pò di caffè o di limoncello.
Il sanguinaccio, secondo la tradizione, nasce come crema d'accompagnamento ai dolci fritti che si mangiavano prima del lungo digiuno quaresimale. Ed ecco un bel cesto di chiacchiere, proprio per suggellare questo gustoso binomio e festeggiare degnamente questo giovedì grasso!
P.S. Avete ammirato il mio nuovo look? Tutto merito di Iole. Grazie.
P.S. Avete ammirato il mio nuovo look? Tutto merito di Iole. Grazie.